Ciao Ciao Via Bolama
t-space 2016-2021
a cura di t-space, progetto grafico di Francesco Dipierro
Testi in catalogo di Giulia Ferracci, Hou Hanru, Davide Quadrio, Giulia Ratti, e Vicente Todolí.
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Sono passati cinque anni, stiamo per lasciare via Bolama e lo spazio che ha reso possibile l’esistere di t-space.
E’ ora di cambiare casa.
Questo libretto è per condividere parte dei nostri 17 progetti, per ricordare tutti i bei momenti, le energie e la passione della nostra vita da ventenni, che già ci sembra una vita fa. Siamo grati. A chi è stato un ventenne insieme a noi, per aver condiviso il nostro progetto. Agli artisti che si sono fidati. A chi ci ha supportati e seguiti dall’inizio, a chi è appena arrivato e che ci ha dato nuovi punti di vista.
Siamo fieri e grati. Andiamo in via Tolmezzo 12/4 e vi aspettiamo per un tè (e birrette).
Le interviste a Giulia Ferracci, Hou Hanru, Davide Quadrio, Vicente Todolí
01 Giulia Ferracci
Lo spazio indipendente è la risposta a ciò che la società non riesce a prevedere
[...]Lo spazio indipendente è un atto di grande civiltà, perché va ad agire su due questioni fondamentali: una è il vuoto, l’altra è la differenza. Colmare il vuoto del sistema è un atto di differenza; e per me questo è un elemento di sanità[...]
02 Hou Hanru
Il coraggio di non rendere conto a nessuno
[...]Ci sono però alcuni aspetti dello spazio indipendente che i musei e le gallerie non potrebbero mai avere: la sua natura temporanea, la velocità di reazione, la libertà. Non ha bisogno di rendere conto a nessuno. Avere il coraggio di non rendere conto a nessuno il fattore determinante.[...]
03 Vicente Todolí
Realizzare ciò che ancora non esiste
[...]Indipendente vuol dire libertà, ma anche meno soldi. Le cose però si possono fare anche con pochi soldi. Alla fine degli anni Ottanta quando ho iniziato a lavorare con il mio primo museo a Valencia, qualcuno mi disse: e se un giorno non ci fossero più soldi? Io risposi che mi sarei messo a comprare cartoline in giro! Alla fine tutto dipende da come utilizzi le risorse che hai.[...]
04 Davide Quadrio
La figura del curatore-produttore
[...]Una cosa fondamentale è l’onestà intellettuale. Esistono modalità per fare delle cose in maniera furba. Se vuoi trovare la tua nicchia devi seguire la tua strada, devi camminare in territori oscuri che nessun altro sta percorrendo. Si tratta di sviluppare e leggere il presente con senso critico per avere una visione futuribile del contemporaneo. Essere multitasking, come dicevo prima, è una cosa che si impara sbagliando, nell’umiltà, senza essere pretenziosi.[...]
[...]Di quel giorno ho un unico vivido ricordo di Rui che racconta il significato della T di t-space. Era un nome talmente semplice che non mi ero mai nemmeno posta il problema di chiedermi cosa significasse. In un fermo immagine, vedo le mani di Rui che formano un gesto che ancora oggi potrebbe raccontare questa storia, dalle sue radici ai suoi frutti. Una T, in cui i due lati della linea orizzontale si mantengono in equilibrio sul perno di quella verticale. In quella forma semplice, realtà diverse si combinano e si scontrano in un equilibrio fra arte e fotografia, Rui e Gilli, passato e presente. [...]