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t-ospita

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Luca Scavone, RA4, 2021

Sara Lorusso e Silvia Morin 2ragazze, 2018

Tiziano Doria, per mezzo di fuoco, 2017


 

t-ospita: Luca Scavone

RA4

2021

t-ospita: Luca Scavone

RA4


8 Ottobre 2021 via Tolmezzo 12/4 Milano
dalle 11 alle 21 su appuntamento scrivendo info@t-space.it
 
La prima volta che t-space ha aperto le porte al pubblico è stato in occasione di quello che una volta si chiamava Studi Festival, era il 2016. Oggi t-space ha una nuova sede e apriamo di nuovo per la prima volta in occasione di Walk-in Studio. 
Ricominciamo con t-ospita, il programma di residenza di t-space. Per un mese Luca Scavone, artista e fotografo che vive e lavora a Milano e che da anni indaga processi e possibilità estetiche della fotografia analogica, convivrà con lo spazio, lo studio e la camera oscura di t-space. In mostra parte del materiale di ricerca di questi ultimi anni: i negativi, i provini ingranditi, le stampe incorniciate e i test di stampa da negativo colore, fatti durante il mese di residenza.

Durante la residenza abbiamo lavorato insieme alla produzione di un lavoro fotografico che Luca aveva in mente da anni. I ritratti nel bosco di Camouflage, 2021, sono stati scattati in pellicola a colori in banco ottico e stampati nella camera oscura di t-space.

t-ospita: Sara Lorusso e Silvia Morin

2 ragazze

2018

t-ospita: 2 ragazze
Sara Lorusso e Silvia Morin

27/11/2017 - 12/01/2018

2 ragazze è una conversazione per immagini dove il corpo è centrale come spazio di sperimentazione per le pratiche delle artiste. Sara e Silvia sono abituate a realizzare i lavori all’interno delle proprie abitazioni, dove un luogo domestico permette un isolamento fisico a favore di una connessione costante verso la rete virtuale e sociale. Il rischio di mettere insieme le loro pratiche individuali in un unico spazio fisico è quello di creare un “disturbo” casuale continuo. Proprio quest’ultimo permette di interrogare sia la condizione che la modalità della produzione artistica di questa generazione.

Sara Lorusso (Bologna, 1995) 
Studia fotografia presso la scuola Spazio Labò e successivamente intraprende l’accademia di Belle Arti a Bologna dove frequenta il corso di Fotografia, Cinema e Televisione.
Inizia la sua ricerca artistica utilizzando la fotografia, è attirata principalmente dalle forme e dai colori. Nei suoi lavori più recenti mette in secondo piano la fotografia vera e propria, utilizzando immagini prese da internet o lavorando con la webcam e i collage.

@loruponyo

portfolio

Silvia Morin (Corato, 1988)
2009-2012, Scenografia, Accademia di Belle Arti di Bari; 2012-2013, EnricoBossan masterclass, Padova; 2013-2015, Fotografia, Accademia di Belle arti di Brera, Milano; 2016-2017, servizi di accoglienza, Rai, Milano
Gli strumenti di Silvia Morin sono sempre quelli che ha a disposizione: profili social, fotografie, e-mail, telefonate, registrazioni vocali, messaggi, pacchi postali, lettere, interviste. Connettendosi con l’”altro”, il corpo è l’ausilio di un’intuizione estetica che ripristina un’immagine stereotipata attraverso l’esperienza in prima persona.  

@silvia.morin

Tiziano Doria

per mezzo di fuoco

2017

Taci.

Ascolta, forse. O ti ascoltano, forse. In qualunque caso, non correre il rischio di parlare.

Taci, quindi.

Varca la soglia e supera il fumo. Lo so che non vedi, ma non importa. Ascolta, non c’è pericolo. Solo suoni.

 

Lasciati guidare dai grandi. Loro non guardano te, fissano il futuro della loro perfetta vittoria. Guarda lei, divina rappresentazione di uno stato che non vuole essere in declino, delicata eppure immensa, le braccia tese, pronta. E com’è bella con quel dieci addosso, lei che ancora non sa di averlo preso. O forse sì, l’ha saputo quando ha poggiato i piedi sul tappetino e non è scivolata. Integra come un monumento del regime.

Eppure bambina nel volto, carica di un peso che forse non sa di portare.

 

Il potere è sempre una questione di equilibrio. Sta lì sospeso sull’ignoranza e sulle suggestioni. È sospeso sul tuo, sul nostro silenzio.

Taci, quindi. Ricordatelo.

Lascia parlare loro che ormai hanno perso. Lasciali andare, vecchi come le loro idee, gli orrori commessi segnati in ogni ruga. Puoi contarli. Non li dimenticare dietro la pietà di una richiesta. Ricordati che anche lui tace, perché qualunque parola rivolta a te lascia trapelare la sua sconfitta. Lui non ti parla perché tu non esisti.

 

Non guardarlo, rimani nel fumo. Non girarti. Lasciagli un ultimo diritto, sentiti più umano. Dimentica che state parlando di morte. Lasciaglielo fare insieme, non si tratta di morire, ma di camminare, pranzare, dormire. Tacere.
 

Taci e dimentica.

Ascolta.​

testo di Elena D'Angelo

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